Circuito OFF 2025
Luigi De Castelli
Luigi De Castelli è un educatore, fotografo e promotore culturale con oltre 40 anni di esperienza nella formazione e nella valorizzazione delle culture locali. Insegnante dal 1977, ha ricoperto ruoli di docente di tecnologia, fotografia, formatore per insegnanti e direttore di corsi finanziati dal FSE. Ha fondato la Scuola
degli Antichi Mestieri a Torino, formando migliaia di artigiani in oltre 30 discipline.
Autore di numerose pubblicazioni (Quaderno per un paese: Pamparato, Pamparato 900, Le quare d’ra veja, Il gigante di Pietrabruna,Mondovì e il suo circondario nelle cartoline d’epoca, Fantastico legno, Terra per vivere, mani per fare, Fotografie in soffitta) e articoli, ha anche fondato e co-fondato diverse testate e progetti culturali, tra cui Il Centro, Savin e il R Photo Contest. È stato promotore di attività di ricerca
antropologica e toponomastica, collaborando con enti regionali e universitari.
Ha organizzato mostre, fiere e rassegne culturali, tra cui la celebre Fiera degli Antichi Mestieri®, svoltasi in cento edizioni in più di 30 città italiane. tra cui: Pamparato, Torino, Corio, Caprino Bergamasco, Conzano, Bosconero, Garessio, Ceresara, Gorgonzola, Noli, Laigueglia, Piombino, Follonica, Salò, Portoferraio, San
Giorgio Piacentino, Pallanza, Salò, Gorgonzola e molte altre.
Le sue mostre fotografiche, sia personali sia collettive, sono state esposte in numerose località italiane. Impegnato anche nel terzo settore, è stato fondatore e presidente di centri e cooperative culturali a Torino e Pamparato.
Nato a Torino il 1° maggio 1955, residente a Marina di Massa (MS)
347 71 79 146 |
de.castelli.luigi@gmail.com
https://decastelliluigi.wixsite.com/ilmiosito
Progetto
“Nell’aria: tra bellezza e guerra”
Una riflessione visiva su un contrasto tra serenità e distruzione.
La serie di dieci fotografie che compongono questo portfolio vuole esplorare il legame tra la bellezza degli eventi pacifici e la tragica realtà della guerra, che spesso si nasconde dietro immagini che sembrano, in apparenza, inoffensive e celebrative.
Le prime cinque immagini catturano l’incanto e l’euforia di uno degli eventi più amati e attesi della
nostra cultura: la pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori a Marina di Massa. Il cielo azzurro, solcato dalle scie colorate degli aerei, diventa un palcoscenico di emozioni condivise, dove la
precisione millimetrica dei movimenti crea un senso di armonia e di speranza collettiva. L’aria, che prima è calma e vuota, si riempie di energia, di un movimento che avvolge lo spettatore in un abbraccio visivo di pura bellezza.
Accanto a questo, le ultime cinque fotografie si concentrano su un altro elemento simbolico di gioia
popolare: i fuochi d’artificio. Ogni esplosione di luce nel cielo notturno rappresenta un’esplosione di felicità, di celebrazione, di vita. I colori che si frangono nell’oscurità hanno il potere di emozionare e unire le persone, rendendo ogni attimo di festa un ricordo che resterà nel cuore di chi lo vive.
Tuttavia, attraverso queste immagini di gioia e di festa, emerge una riflessione più profonda e dolorosa. Come la stessa potenza e la stessa bellezza che vediamo nei voli delle Frecce Tricolori e
nei fuochi pirotecnici possa, paradossalmente, trasformarsi in distruzione. Le acrobazie degli aerei,
che generano stupore e ammirazione, sono la stessa forza che viene usata per il bombardamento delle città, dei civili e dei soldati in un conflitto. I fuochi d’artificio, che inizialmente portano luce e speranza, potrebbero diventare l’eco di una guerra spietata, la luce di un bombardamento, la visione spaventosa e devastante di una città che brucia.
La mostra vuole far riflettere su quanto siano fragili e precari i confini tra la bellezza e la tragedia, la pace e la guerra. L’umanità, purtroppo, è spesso capace di trasformare gli strumenti della gioia in quelli della morte. La bellezza che ci regala il cielo può essere strumentalizzata dalla “belva umana” per scopi distruttivi. Ed è proprio in questo contrasto, tra la serenità e l’orrore, che emerge la necessità urgente di lottare per un mondo di pace.
Un mondo in cui l’aria non sia più testimone di acrobazie belliche o di bombe, ma solo di emozioni
pacifiche e di libertà. Make Love, not war.
Esposto presso:
Insegna, Indirizzo
